L’etica dell’Intelligenza Artificiale: quando le macchine prendono decisioni

CULTURA E FILOSOFIA DIGITALE

Network Caffé

3/12/20252 min leggere

L’etica dell’Intelligenza Artificiale: quando le macchine prendono decisioni

Con l’Intelligenza Artificiale (AI) sempre più presente – dai feed dei social che ci mostrano contenuti scelti da algoritmi, ai sistemi di auto che iniziano a guidare da soli – emergono forti questioni etiche. Uno dei temi principali è quello del pregiudizio algoritmico (bias): siccome gli algoritmi imparano da dati spesso imperfetti, possono finire per discriminare. Esempio lampante: sistemi di riconoscimento facciale che funzionano benissimo con volti di uomini caucasici ma malissimo con donne di colore, perché addestrati su dataset squilibrati. Uno studio MIT ha trovato errori quasi inesistenti (0,8%) per volti maschili chiari contro un preoccupante 34% di errore per volti femminili con pelle scura. Questo è un problema etico enorme se tali sistemi venissero usati, ad esempio, per sorveglianza: rischierebbero di identificare falsamente persone innocenti di certe etnie.

Altro campo delicato è l’uso di AI nelle decisioni automatizzate: già oggi algoritmi possono decidere se concedere un prestito, selezionare candidati per un lavoro, o persino valutare la recidiva di un imputato (come il discusso algoritmo COMPAS usato in alcuni tribunali USA). Se l’AI è un “black box” non trasparente, come possiamo fidarci che sia equa? C’è bisogno di trasparenza e accountability: gli sviluppatori dovrebbero progettare AI spiegabili, in modo che sia chiaro quale criterio porta a una decisione, e predisporre controlli umani sui risultati. Immaginiamo di fare domanda per un prestito e venir rifiutati: vorremmo sapere il perché e avere modo di fare ricorso se pensiamo ci sia un errore, proprio come faremmo con un funzionario in carne e ossa.

Poi c’è il capitolo AI e lavoro: la crescente automazione alimenta il dibattito etico su come gestire la transizione. Molti lavori ripetitivi o basati su riconoscimento di pattern (dai centralinisti agli analisti di base) potrebbero essere rimpiazzati da AI, aumentando efficienza ma creando disoccupazione in alcuni settori. L’etica qui riguarda la responsabilità sociale di aziende e governi: come riqualificare la forza lavoro e ridistribuire i benefici della produttività aumentata? Si discute ad esempio di tassare i robot o di reddito universale come reti di sicurezza.

Infine, l’etica tocca scenari limite: veicoli autonomi e dilemmi tipo “trolley problem” (l’auto senza pilota deve scegliere se deviare e colpire 1 persona o non deviare e colpirne 3? Come decidere il valore della vita?). O ancora, l’uso di AI in ambito militare: droni armati con capacità autonome di ingaggio bersagli solleva la questione se sia moralmente accettabile lasciare a una macchina la decisione di vita o di morte. Organizzazioni internazionali e scienziati hanno chiesto bandi su queste “killer robots”, sostenendo che ci debba sempre essere un controllo umano significativo sull’uso della forza letale.

In conclusione, mentre l’AI porta progresso, non possiamo delegare ciecamente senza stabilire dei paletti etici. Serve un approccio interdisciplinare: ingegneri, filosofi, giuristi devono collaborare per creare linee guida (molte sono in via di sviluppo: dall’Unione Europea con l’AI Act, all’UNESCO che ha definito principi sull’AI). E noi utenti dobbiamo essere consapevoli: ad esempio, capendo che se un social ci mostra certi contenuti è perché un algoritmo li ha scelti per massimizzare il nostro engagement, e non necessariamente perché sono i più veri o rilevanti. In definitiva, l’etica dell’AI ruota attorno a un principio semplice: mettere l’uomo al centro, assicurandoci che le macchine – pur potenti – restino strumenti al servizio del bene comune e non arbitri incontrollati del nostro destino.

Bibliografia:

  1. MIT News – “Bias in commercial AI systems” (2018).

  2. Pew Research – “AI and Hiring” (2023).

  3. Future of Life Institute – “Open Letter on Autonomous Weapons” (2015).

  4. EU – “Ethics guidelines for trustworthy AI” (2019).